In data di oggi, con un comunicato pubblicato sul web, un’organizzazione sindacale regionale (il titolo del comunicato è il seguente: “a causa di una discutibile circolare del Fondo pensioni, rischio di perdite secche di 330/350 euro al mese”) diffonde una serie di notizie errate sul calcolo e sui pagamenti delle pensioni regionali.
Al riguardo, si precisa quanto segue:
– Non c’è stata, non c’è e non ci sarà alcuna modifica delle modalità di calcolo delle pensioni del personale regionale del c.d. “contratto 1” che “causerebbe una diminuzione netta delle pensioni da 300 a 350 euro al mese”.
– Non c’è stata e non ci sarà alcuna revisione “di tutte le pensioni assegnate dal 15 maggio 2015”. Ogni illazione al riguardo è destituita di qualsivoglia fondamento.
– Non ci sarà alcun recupero di somme sulle pensioni in erogazione e si conferma che nell’ultimo trimestre dell’anno le pensioni saranno incrementate degli importi previsti dai recenti decreti legge “aiuti bis” e “aiuti ter”.
– Che le pensioni del personale regionale siano calcolate con modalità analoghe a quelle dei dipendenti civili dello Stato, dal 1 gennaio 2021, è previsto dagli articoli 51 e 52 della legge regionale nr. 9 del 2015, ed è circostanza ben nota. Ogni pretesa ultrattività di norme la cui efficacia è cessata a quella data, sarebbe in difformità della disciplina vigente, oltre che causativa di danno all’erario regionale.
Con simili notizie si rischia non solo di creare un clima di odio e di ostilità ingiustificata nei confronti del personale tutto del Fondo Pensioni, ma anche di diffondere panico e preoccupazione fra i pensionati, fra i più colpiti dalla presente e difficile situazione di aumento dell’inflazione. Si precisa infine che il personale del Fondo Pensioni continuerà ad applicare in modo puntuale la normativa vigente, e che verrà respinto con fermezza ogni tipo di pressione, eccedente il fisiologico svolgersi delle relazioni sindacali, che si auspica possano essere ricondotte nell’alveo della correttezza e della fiducia reciproca.