Criteri ESG per gli investimenti del Fondo Pensioni

Investimenti responsabili anche per il Fondo Pensioni della Regione Siciliana. Il Consiglio di indirizzo e vigilanza (in gestione commissariale) dell’ente previdenziale ha deliberato nel dicembre scorso la modifica delle linee di indirizzo per le operazioni di investimento, introducendo formalmente l’integrazione dei fattori ESG nelle attività di valorizzazione finanziaria della componente di patrimonio del Fondo Pensioni Sicilia, affidata a gestori delegati.
ESG è l’acronimo costruito con le iniziali delle tre parole inglesi Environmental (ambientale) Social (sociale) e Corporate Governance (governo societario) e indica l’attenzione, nel processo d’investimento, per la valutazione degli emittenti rispetto a questi tre criteri.
L’impulso alla diffusione dei criteri ESG è venuto all’inizio degli anni 2000 con la definizione, promossa dall’ONU, dei “Principles of Responsible Investment” (PRI):
I sei principi dell’investimento sostenibile sono:
1. incorporare parametri ambientali, sociali e di governance (ESG)
nell’analisi finanziaria e nei processi di decisione riguardanti gli investimenti;
2. essere azionisti attivi e incorporare parametri ESG nelle politiche e pratiche di azionariato (settore precluso al Fondo Pensioni);
3. esigere la rendicontazione su parametri ESG da parte delle aziende oggetto di investimento;
4. promuovere l’accettazione e implementazione dei Principi nell’industria finanziaria;
5. collaborare per migliorare l’applicazione dei Principi;
6. rendicontare periodicamente sulle attività e progressi compiuti nell’applicazione dei Principi.

L’integrazione dei fattori ESG può avvenire in modi diversi, che qui di seguito elenchiamo, utilizzando anche il termine inglese con il quale sono comunemente definiti:

  1. ESG integration (Integrazione ESG) – Sistematica ed esplicita inclusione da parte dei gestori dei fattori ESG nell’analisi finanziaria e nelle scelte di invstimento;
  2. Corporate engagement & shareholder action (Azionariato attivo) – L’uso del potere come azionisti per influenzare il comportamento delle società, sia tramite un intervento di dialogo con/pressione su alta direzione e Consiglio di amministrazione, sia esercitando il diritto di voto in assemblea, direttamente o indirettemente;
  3. Negative/exclusionary screening (Esclusione di determinati settori o emittenti basata su norme o valutazioni etiche) – Esclusione di settori, società o paesi basata su attività considerate non investibili. I criteri di esclusione possono riferirsi a prodotti (armi, tabacco), comportamenti societari (test su animali, violazione dei diritti umani, corruzione) o su controversie.
  4. Best in class/Positive screening – nclusione di tutti i settori nell’universo investibile ma selezione degli emittenti che si presentano come migliori, dal punto di vista ESG, all’interno del settore (“best in class”);
  5. Sustainability themed/thematic investing – investimento in temi o settori che contribuiscono a soluzioni sostenibili (ad esempio agricoltura sostenibile, edifici a basso consumo energetico (“green buildings”), portafoglio a basso impatto in termini di carbonio, eguaglianza di genere, diversità).
  6. Impact investing – Investimenti finalizzati a ottenere un impatto positivo, sociale e ambientale. Per qualificarsi come tali richiedono la capacità di misurare l’impatto, e di dimostrare l’intenzionalità e il contributo dell’investitore.

Queste modalità non sono mutuamente esclusive.

Va infine ricordato che le motivazioni dell’approccio ESG possono essere diverse.

Mentre i PRI discendono da una visione del ruolo sociale e della responsabilità fiduciaria del gestore e dell’investitore nei confronti dei suoi clienti, azionisti o beneficiari, l’intepretazione dei fattori ESG della direttiva IORP II è ristretta al dovere per l’investire di tenere conto dei rischi che i fattori ESG possono comportare per il valore del portafoglio.

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