Rivalutazione dei montanti contributivi: Istat ha pubblicato il tasso annuo di capitalizzazione fino al 31 dicembre 2022

L’Istituto Nazionale di Statistica ha comunicato la rivalutazione dei montanti contributivi, attraverso una nota ufficiale del 30 ottobre scorso, pubblicata sul sito del Ministero del Lavoro.

Chi andrà in pensione a partire dal 1° gennaio 2024 vedrà un aumento del 2,3% del montante contributivo acquisito al 31 dicembre 2022.

Questo incremento è basato sul tasso medio annuo composto di variazione del prodotto interno lordo nominale degli ultimi cinque anni precedenti al 2023, che è stato calcolato allo 0,023082. Di conseguenza, il coefficiente di rivalutazione è pari a 1,023082. Questo coefficiente sarà utilizzato per rivalutare il montante contributivo accumulato al 31 dicembre 2022 per i lavoratori iscritti alle gestioni della previdenza pubblica obbligatoria, che andranno in pensione tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2024.

È importante notare che la rivalutazione non influisce sui contributi versati nell’anno precedente all’entrata in pensione (cioè nel 2023) né su quelli dell’anno di pensionamento (2024). La rivalutazione, come è noto, si applica alla parte contributiva di tutte le pensioni erogate dalla previdenza pubblica obbligatoria, inclusa la pensione di vecchiaia, di anzianità e di invalidità (cd. quota C per le anzianità contributive posteriori al 31.12.1995, ovvero al 31.12.2003 per le sole pensioni di Contratto 1 vigenti nel sistema previdenziale regionale).

Il montante contributivo rivalutato si traduce in una rendita pensionistica utilizzando i “coefficienti di trasformazione”, che variano in base all’età dell’assicurato al momento del pensionamento. Maggiore è l’età, maggiore sarà il coefficiente e, di conseguenza, maggiore sarà la rendita. Questi coefficienti, stabiliti per legge, sono soggetti a revisione biennale. L’ultima revisione per il biennio 2023-2024 ha mostrato un aumento positivo dopo anni di riduzioni.

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