Rapporto Istat sul benessere equo e sostenibile: -0,9 anni la diminuzione della speranza di vita a causa del Covid 19

Istat ha pubblicato il rapporto annuale sul benessere equo e sostenibile 2020. Emerge, dall’analisi dei dati sulla mortalità nell’anno della pandemia, una significativa diminuzione della speranza di vita in Italia (pari a -0.9 anni fra il 2019 ed il 2020), passata da 83,25 a 82,3 anni.
Di seguito uno stralcio del rapporto: “…L’Italia permane nel tempo uno dei paesi più longevi nel contesto internazionale. Rispetto ai dati più recenti di Eurostat sulla speranza di vita alla nascita aggiornati al 20193, il nostro Paese si confermava ancora una volta al secondo posto tra i 27 paesi dell’Unione europea,
con 83,6 anni, dopo la Spagna (con un valore pari a 84 anni) e con un vantaggio di vita attesa di +2,3 anni rispetto alla media Ue27 (pari a 81,3 anni). Rilevante la conferma per il genere maschile: nel 2019 l’Italia si collocava insieme alla Svezia al top della graduatoria
dei paesi per livelli di vita media attesa alla nascita (rispettivamente 81,4 in Italia e 81,5 in Svezia), i livelli più elevati mai rilevati prima in Italia e nell’Unione europea.
A seguito della pandemia di COVID-19 che ha colpito in misura rilevante l’Italia, caratterizzata da una struttura demografica molto più anziana rispetto ad altri paesi, le stime effettuate sulla speranza di vita per il 2020 suggeriscono la brusca interruzione e una significativa inversione di tendenza nel processo di costante miglioramento della longevità osservato negli ultimi
anni, soprattutto in alcune aree del paese particolarmente colpite dalla diffusione del virus.
Per quanto riguarda la speranza di vita alla nascita, a fronte di una stima di circa 0,9 anni perduti in un solo anno a livello nazionale (da 83,25 a 82,3 anni del 2020), emerge una forte eterogeneità tra i diversi territori, con uno svuotamento, in termini di anni vissuti, più marcato nelle regioni settentrionali (da 83,6 a 82,1 anni attesi), rispetto al Centro (da 83,6 a 83,1) e al Mezzogiorno (da 82,5 a 82,2). In particolare, guardando alle singole regioni, nel 2020 il calo atteso più forte nella speranza di vita alla nascita si registra in Lombardia, in cui la mortalità registrata nel corso dell’anno provocherebbe una perdita di circa 2,4 anni (da 83,7 a 81,2), seguita, in ordine decrescente, dalla Valle d’Aosta (-1,8 anni; da 82,7
a 80,9), dalle Marche (-1,4 anni; da 84 a 82,6), dal Piemonte (-1,3 anni; da 82,9 a 81,6) e dal Trentino-Alto Adige (-1,3 anni; da 84,1 a 82,8). Riduzioni superiori ad 1 anno verrebbero inoltre registrate anche in Liguria (-1,2 anni; da 83,1 a 81,9), Puglia (-1,2 anni; da 83,3 a
82,1) ed Emilia-Romagna (-1,2 anni; da 83,6 a 82,4). La speranza di vita alla nascita rimane invece sostanzialmente invariata in Basilicata e Calabria e diminuisce solo lievemente nella maggior parte delle regioni del Mezzogiorno, ad eccezione di Abruzzo e Sardegna, dove si stima un calo intorno ad 1 anno di vita (rispettivamente da 83,4 a 82,4 e da 83,1 a 82,1)”.

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