Al 31 dicembre 2022, il numero dei pensionati residenti all’estero è diminuito rispetto agli anni precedenti! Lo riporta l’undicesima edizione del Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, fonte autorevole di dati sul sistema pensionistico italiano, che fornisce un’analisi esaustiva delle prestazioni erogate all’estero basate sui dati del Casellario centrale dei pensionati. Come riporta lo studio, si registra un importante trend al ribasso: i pensionati al 31 dicembre 2022 sono 371.585, mentre erano 384.129 nel 2020 e 377.477 nel 2021.
Questa tendenza è significativa soprattutto in paesi come il Portogallo, dove politiche fiscali vantaggiose per i pensionati, presenti in passato, sono state recentemente revocate. Questo cambiamento ha portato a una diminuzione delle richieste di trasferimento dei pensionati italiani verso questa destinazione. D’altra parte, paesi come la Tunisia e la Grecia continuano ad offrire incentivi fiscali che attraggono ancora pensionati stranieri.
Le ragioni di questa decrescita sono molteplici e vanno oltre le considerazioni fiscali. Ad esempio:
- l’assistenza sanitaria offerta all’estero potrebbe essere inferiore rispetto a quella italiana, influenzando le decisioni dei pensionati
- la mancanza, nel paese straniero, di altri vantaggi presenti in Italia per i redditi bassi, come la no tax area e le agevolazioni assistenziali come la social card, possono rendere meno allettante il trasferimento all’estero.
La decisione di rimanere in Italia o tornare dipende quindi da una serie di fattori, inclusi il costo della vita e le spese sanitarie.
Nonostante gli incentivi fiscali offerti in Italia, solo una piccola percentuale dei pensionati IVS INPS risiede all’estero, suggerendo che altri aspetti come la qualità dei servizi sanitari e il benessere generale influenzino le decisioni di migrazione.